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CRONACA D'ABRUZZO
CRONACA
D'ABRUZZO
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CHIETI: FRODE NELLA FILIERA DEL MIELE BIOLOGICO
Nell'ambito della campagna di controllo sul miele e sui prodotti della filiera apistica, volta a garantire la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari, i Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Chieti, insieme ai militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Villa Santa Maria, hanno disvelato gravi irregolarità nella produzione di miele biologico.Durante l'operazione, estesa a diverse località della provincia di Chieti, i militari hanno sequestrato circa 12.000 chilogrammi di sostanze zuccherine e mangimi non certificati biologici, privi di documentazione giustificativa e di tracciabilità, oltre a 50.000 chilogrammi di miele, etichettato come "bio" ma prodotto senza il rispetto della normativa dell'Unione Europea.
"Nei tuoi occhi" di Mauro Carbonetta
A Tiziana
con tutto l'amore che posso
con tutto l'amore che posso
Nei tuoi occhi
c'è il riflesso
di un cielo
senza tempesta.
c'è il riflesso
di un cielo
senza tempesta.
E nella tua voce
l'eco di una ninna nanna
lontana,
che rassicura
e coccola l'anima.
l'eco di una ninna nanna
lontana,
che rassicura
e coccola l'anima.
Il mondo,
a volte,
può essere
rumoroso e affilato.
a volte,
può essere
rumoroso e affilato.
Ma tu
ricordi l'incanto
delle piccole cose,
la pazienza
di una stella
che aspetta la notte
per brillare.
ricordi l'incanto
delle piccole cose,
la pazienza
di una stella
che aspetta la notte
per brillare.
Mauro.
Lettera aperta: Il silenzio dopo 40 anni di attività - La nostra storia
Un silenzio, due paesi, e la stessa saracinesca. Questo non è un atto di accusa, né tanto meno una sterile lamentela. Il vittimismo è una dimensione che mi è sempre stata estranea, un abito che non ho mai indossato. Scrivo invece per condividere una riflessione nata da una profonda tristezza, nella speranza che la sua semplicità possa, forse, risuonare in qualcuno. Dopo oltre quarant'anni di attività, il negozio che ho gestito con Tiziana, mia compagna di vita e di lavoro, ha abbassato per l'ultima volta la sua saracinesca un anno fa. La chiusura, dettata da "ovvi motivi" che molti in paesi piccoli come il nostro conoscono bene, è stata una scelta sofferta ma inevitabile. In un paese di appena mille anime, ogni attività che chiude non è solo un fallimento imprenditoriale, ma un pezzo di comunità che si spezza, un punto di riferimento che scompare, un silenzio che avanza. A questa scelta, fatta le dovute e sentite eccezioni di alcuni clienti e amici affezionati, è seguito un silenzio assordante. Un silenzio istituzionale, per essere precisi. Nessuna parola, nessun gesto, nessun riconoscimento per quattro decenni di lavoro, di presenza, di servizio a quella stessa comunità. È la normalità, mi dicono. È così che
vanno le cose. Alcuni giorni fa, non lontano da qui, a Ortona, un'attività simile alla nostra, con una storia gloriosa di cinquant'anni, ha chiuso i battenti. Con il cuore spezzato, ho assistito a un servizio televisivo che ritraeva la commozione di una comunità intera, radunata in solidarietà alla proprietaria, per condividere il peso di quell'addio.
vanno le cose. Alcuni giorni fa, non lontano da qui, a Ortona, un'attività simile alla nostra, con una storia gloriosa di cinquant'anni, ha chiuso i battenti. Con il cuore spezzato, ho assistito a un servizio televisivo che ritraeva la commozione di una comunità intera, radunata in solidarietà alla proprietaria, per condividere il peso di quell'addio. Vangelo di Matteo Capitolo 7: Le Relazioni con i Fratelli e la Conclusione del Discorso della Montagna
Non giudicare per non essere giudicati
Mentre nel capitolo sesto Gesù ci guida nella relazione con il Padre, nel capitolo settimo ci mette in guardia dal commettere errori nelle relazioni con i fratelli. Astenersi dal giudicare per non incorrere nella contraddizione ed essere condannati per le proprie colpe; guardarsi bene dal conferire la Parola e amministrare i Sacramenti alle persone indegne e recalcitranti ai doni di Dio; chiedere, cercare e bussare con la preghiera insistente perché il
102 primavere. 102 storie. 1 donna incredibile
Cosa si prova ad avere 102 anni? Lo abbiamo chiesto a lei, Elsa Di Cicco Colecchia. La risposta? Un mix di forza, dolcezza e una memoria invidiabile!
Grazie a Tele Tiziana WebTV e ad Alessandro Sabatini per questa conversazione intima e toccante. Elsa ci ha portato con lei in un viaggio nel tempo, ricordando momenti che hanno fatto la Storia e la sua storia personale, sempre con quel sorriso che scalda il cuore.
Riprese a cura di Mauro Carbonetta.
Chiesa Madonna in Basilica: un viaggio tra storia, arte e spiritualità
Oggi condividiamo un altro affascinante estratto dal nostro libro, "l'Abbazia della Madonna in Basilica e oltre" (in uscita tra fine 2025 e primi mesi del 2026) che ci porta indietro nel tempo, tra diritti di patronato, reliquie sacre e contratti d’affitto!Anno 1407, 20 maggio, XV – Monteferrante
Instrumentum per notarium (atto redatto dal notaio), Amelio Bucci di Pietraferrazzana.
Transunto del privilegio di re Ladislao del 24 febbraio 1407, XV, Napoli, sulla conferma al milite Giacomo di
Instrumentum per notarium (atto redatto dal notaio), Amelio Bucci di Pietraferrazzana.
Transunto del privilegio di re Ladislao del 24 febbraio 1407, XV, Napoli, sulla conferma al milite Giacomo di
L’Abbazia di Santa Maria in Basilica, nel comune di Villa Santa Maria, sulle rive del fiume Sangro
È con emozione e profonda dedizione che annuncio l’uscita, entro la fine del 2025, di un’opera che racconta una delle più antiche e significative presenze cristiane in Abruzzo: l’Abbazia di Santa Maria in Basilica, nel comune di Villa Santa Maria, sulle rive del fiume Sangro.Questo libro nasce dal desiderio di far luce su una realtà spirituale, artistica e storica millenaria, e si fonda su documenti autentici, ricerche d’archivio, testimonianze manoscritte e papali che attestano l’importanza e la continuità di culto di questo luogo straordinario.
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Un’Abbazia più antica del Colosseo
Mentre a Roma si erigeva il Colosseo (inaugurato nell’80 d.C.), nelle montagne d’Abruzzo prendeva forma una comunità cristiana devota, attorno alla quale nacque la Chiesa di Santa Maria in Basilica. Le origini di questo luogo sacro risalgono addirittura ai primi secoli del Cristianesimo, forse ispirate o fondate da uno dei convertiti da San Pietro durante il suo passaggio nell’Italia centro-meridionale.
Mentre a Roma si erigeva il Colosseo (inaugurato nell’80 d.C.), nelle montagne d’Abruzzo prendeva forma una comunità cristiana devota, attorno alla quale nacque la Chiesa di Santa Maria in Basilica. Le origini di questo luogo sacro risalgono addirittura ai primi secoli del Cristianesimo, forse ispirate o fondate da uno dei convertiti da San Pietro durante il suo passaggio nell’Italia centro-meridionale.
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407 d.C. – La Bolla di Papa Innocenzo I
Una delle testimonianze più significative è una bolla pontificia di Papa Innocenzo I, redatta nel 407 d.C., che riconosce la legittimità del culto e l’antichità della chiesa di Santa Maria in Basilica. Questo avviene in un’epoca turbolenta e fondamentale per la Chiesa, pochi anni prima della caduta dell’Impero romano d’Occidente.
Una delle testimonianze più significative è una bolla pontificia di Papa Innocenzo I, redatta nel 407 d.C., che riconosce la legittimità del culto e l’antichità della chiesa di Santa Maria in Basilica. Questo avviene in un’epoca turbolenta e fondamentale per la Chiesa, pochi anni prima della caduta dell’Impero romano d’Occidente.
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L’appoggio di Costantino e Papa Silvestro
Le origini antichissime dell’Abbazia trovano sostegno anche nella tradizione che la collega all’imperatore Costantino il Grande († 337) e al suo pontefice, Papa Silvestro I. Un legame che rafforza il ruolo spirituale e simbolico di questo luogo nell’affermazione del Cristianesimo.
Le origini antichissime dell’Abbazia trovano sostegno anche nella tradizione che la collega all’imperatore Costantino il Grande († 337) e al suo pontefice, Papa Silvestro I. Un legame che rafforza il ruolo spirituale e simbolico di questo luogo nell’affermazione del Cristianesimo.
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Dal X al XII secolo: il Monastero Benedettino
L’Abbazia visse una nuova epoca di splendore quando, nell’XI secolo, fu affidata ai Monaci Benedettini, che vi edificarono un monastero attivo, centro spirituale, culturale e artistico. Se ne conservano ancora documenti presso l’Archivio della Casa Caracciolo di San Buono, dove si legge anche della sua distruzione, ad opera del Conte Don Alonso de Vivaro, che incendiò l'Abbazia e l’archivio dei monaci.
L’Abbazia visse una nuova epoca di splendore quando, nell’XI secolo, fu affidata ai Monaci Benedettini, che vi edificarono un monastero attivo, centro spirituale, culturale e artistico. Se ne conservano ancora documenti presso l’Archivio della Casa Caracciolo di San Buono, dove si legge anche della sua distruzione, ad opera del Conte Don Alonso de Vivaro, che incendiò l'Abbazia e l’archivio dei monaci.
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Privilegi papali e indulgenze
Nel corso dei secoli, numerosi Papi hanno riconosciuto l’importanza dell’Abbazia:
Nel corso dei secoli, numerosi Papi hanno riconosciuto l’importanza dell’Abbazia:
- Papa Silvestro I (314–335)
- Papa Innocenzo I (401–417)
- Papa Onorio I (625–638)
- Papa Clemente II (1046–1047)
Attraverso le indulgenze concesse in occasione di festività sacre — come il Venerdì Santo, la Domenica delle Palme, la festa di San Michele Arcangelo, San Biagio, San Salvatore, San Luca, e molte altre — l’Abbazia divenne meta di pellegrinaggi e luogo di remissione spirituale. La memoria del canonico Giovanni Costanzo Caracciolo, redatta nel 1693, conferma e difende queste indulgenze.
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Un diploma longobardo del 702
Altro documento eccezionale è un diploma del 702 d.C. firmato da Giusoppe, Duca di Benevento, principe dei Longobardi, che riconosce e sostiene l’Abbazia come ente sacro e spirituale nel territorio del Sangro.
Altro documento eccezionale è un diploma del 702 d.C. firmato da Giusoppe, Duca di Benevento, principe dei Longobardi, che riconosce e sostiene l’Abbazia come ente sacro e spirituale nel territorio del Sangro.
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Le reliquie e le fonti
Secondo le testimonianze manoscritte, nella Chiesa di Santa Maria in Basilica si conservavano molte reliquie di Santi. In occasione delle festività solenni, ai fedeli venivano concesse indulgenze plenarie, accrescendo il valore spirituale del luogo e attirando pellegrini da ogni parte del territorio.
Secondo le testimonianze manoscritte, nella Chiesa di Santa Maria in Basilica si conservavano molte reliquie di Santi. In occasione delle festività solenni, ai fedeli venivano concesse indulgenze plenarie, accrescendo il valore spirituale del luogo e attirando pellegrini da ogni parte del territorio.
Le informazioni riportate in quest’opera provengono da fonti autentiche:
la bolla di Papa Innocenzo I del 407, il diploma longobardo del 702, le memorie del canonico Giovanni Costanzo Caracciolo del 1693, documenti conservati presso l’Archivio della Casa Caracciolo di San Buono e l’Archivio di Stato di Napoli.
la bolla di Papa Innocenzo I del 407, il diploma longobardo del 702, le memorie del canonico Giovanni Costanzo Caracciolo del 1693, documenti conservati presso l’Archivio della Casa Caracciolo di San Buono e l’Archivio di Stato di Napoli.
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L’Abbazia di Santa Maria in Basilica, nel cuore di Villa Santa Maria, è un gioiello di fede, arte e storia che attraversa i secoli.
Questo libro — in uscita entro dicembre 2025 — vuole riportarla alla luce, onorando il passato per custodire il presente.
L’Abbazia di Santa Maria in Basilica, nel cuore di Villa Santa Maria, è un gioiello di fede, arte e storia che attraversa i secoli.
Questo libro — in uscita entro dicembre 2025 — vuole riportarla alla luce, onorando il passato per custodire il presente.
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Un sentito grazie a Marco Carbonetta, per le giornate trascorse tra faldoni e manoscritti all’Archivio di Stato di Napoli.
A Tiziana, la cui luce, inesauribile come il suo cuore, ha guidato ogni passo di questo viaggio. Se questo progetto ha preso forma e si è fatto realtà, è grazie alla sua anima generosa, alla sua passione instancabile e al suo amore che attraversa il tempo. La mia lampara, il mio faro, il mio sempre.
A Tiziana, la cui luce, inesauribile come il suo cuore, ha guidato ogni passo di questo viaggio. Se questo progetto ha preso forma e si è fatto realtà, è grazie alla sua anima generosa, alla sua passione instancabile e al suo amore che attraversa il tempo. La mia lampara, il mio faro, il mio sempre.
Mauro Carbonetta
L'orologio solare di Villa Santa Maria: un simbolo dimenticato da riscoprire

All’ingresso di Villa Santa Maria, precisamente a ridosso di Via Gradini Ponte, si trova un’incisione circolare scolpita su una parete di arenaria, a circa 30 metri di altezza dal suolo. Si tratta di una meridiana o orologio solare, un antico strumento che sfruttava la posizione del sole per misurare il trascorrere del tempo.
Secondo l’esperto di meridiane Nicola Severino, questa incisione potrebbe essere stata realizzata tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. La datazione suggerisce che la meridiana fosse un punto di riferimento per la comunità locale in un periodo in cui gli orologi meccanici non erano ancora diffusi nelle case di tutti.
La meridiana è uno strumento che, tramite un’asta (detta gnomone), proietta l’ombra del sole su una superficie graduata, indicando così l’ora del giorno. Nel caso della meridiana di Villa Santa Maria, l’asta originaria non è più visibile, ma l’incisione circolare con le linee radiali, che probabilmente rappresentano le ore, è ancora ben conservata.
La meridiana è uno strumento che, tramite un’asta (detta gnomone), proietta l’ombra del sole su una superficie graduata, indicando così l’ora del giorno. Nel caso della meridiana di Villa Santa Maria, l’asta originaria non è più visibile, ma l’incisione circolare con le linee radiali, che probabilmente rappresentano le ore, è ancora ben conservata.
Questo tipo di orologio aveva una funzione pratica fondamentale: aiutava gli abitanti a organizzare le loro giornate, specialmente in un contesto rurale come quello di Villa Santa Maria. Poteva servire per regolare i momenti del lavoro nei campi, scandire le pause e orientare le attività religiose, come la preghiera o il suono delle campane.
Oltre alla sua funzione pratica, la meridiana rappresentava un legame profondo con il ciclo della natura e il trascorrere del tempo. Simbolicamente, segnava l’interazione tra l’uomo e il cosmo, ricordando l’importanza del sole come fonte di vita e ordine.
Oltre alla sua funzione pratica, la meridiana rappresentava un legame profondo con il ciclo della natura e il trascorrere del tempo. Simbolicamente, segnava l’interazione tra l’uomo e il cosmo, ricordando l’importanza del sole come fonte di vita e ordine.
Durante i lavori di messa in sicurezza della parete negli anni ’90, vi fu un "tentativo" di stabilizzare l’estremità circolare della meridiana con della malta cementizia, che ha finito per lambire l’orologio solare e alterarne in parte l’aspetto.
Le testimonianze raccolte dagli anziani del paese hanno aiutato a ricostruire la storia di questo antico strumento, che oggi rimane un importante tassello della memoria collettiva di Villa Santa Maria.
Il nostro impegno per riscoprirlo
Tiziana ci teneva moltissimo alla valorizzazione di questa meridiana. Per questo, insieme a Pina Teti e Alessandro Sabatini, abbiamo realizzato due servizi video per raccontare la sua storia e il significato che potrebbe avere avuto per gli abitanti di allora. Presto ve li riproporremo, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria di questo prezioso reperto.
Con grande rammarico, dobbiamo constatare che, nonostante gli sforzi fatti in passato, non vi è stato alcun seguito concreto per la tutela e la valorizzazione di questo simbolo. La meridiana, lasciata a sé stessa, rischia di essere dimenticata o persino danneggiata dall’incuria del tempo.
Speriamo che questo nuovo racconto possa stimolare un rinnovato interesse verso la meridiana e, più in generale, verso il patrimonio storico e culturale di Villa Santa Maria. La nostra storia merita di essere conosciuta, valorizzata e tramandata alle future generazioni.
Tiziana ci teneva moltissimo alla valorizzazione di questa meridiana. Per questo, insieme a Pina Teti e Alessandro Sabatini, abbiamo realizzato due servizi video per raccontare la sua storia e il significato che potrebbe avere avuto per gli abitanti di allora. Presto ve li riproporremo, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria di questo prezioso reperto.
Con grande rammarico, dobbiamo constatare che, nonostante gli sforzi fatti in passato, non vi è stato alcun seguito concreto per la tutela e la valorizzazione di questo simbolo. La meridiana, lasciata a sé stessa, rischia di essere dimenticata o persino danneggiata dall’incuria del tempo.
Speriamo che questo nuovo racconto possa stimolare un rinnovato interesse verso la meridiana e, più in generale, verso il patrimonio storico e culturale di Villa Santa Maria. La nostra storia merita di essere conosciuta, valorizzata e tramandata alle future generazioni.
Tiziana e Mauro


